La leggenda che vede protagonista la giovane suor Dorotea Acquaviva Daragona, costretta a diventare monaca dalla sua famiglia. Rapita con il suo consenso dal giovane cugino Don Radolfo Carafa de Noia, in fuga verso Venezia per vivere una nuova vita; si sposarono ed ebbero un figlio/a, ma il giovane Radolfo muore in battaglia. Si narra che Dorotea sia ritornata a Conversano. Al ritorno in monastero subì la punizione per il peccato commesso; gettata in una cella chiusa da una porta lignea del ‘600 piena di fessure che permettevano dall’esterno di osservare chi vi era rinchiuso. Tutte le fessure rappresentano i cento occhi che avrebbe scrutato per il resto della sua vita la povera suora, così da costringerla al pentimento per aver inseguito i desideri carnali. Quattro mura che celano segreti e misteri non svelati. (da aggiungere l’incisione riportata sul fondo porta e traduzione) Sarà solo una leggenda o sarà stata la realtà? Chi vuole intendere intenda.
Marie DiLauro
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Dove si trova e come raggiungerla (Riferimento n.40)